Paesaggi Incerti
Portfolio di Ginevra Salviato
Il neologismo “nonluogo” introdotto dall’antropologo francese Marc Augè, definisce due concetti complementari ma distinti: da una parte quegli spazi costruiti per un fine ben specifico e dall’altra il rapporto che viene a crearsi fra gli individui e quegli stessi spazi. Augè definisce i nonluoghi in contrapposizione ai luoghi antropologici, quindi tutti quegli spazi che hanno la prerogativa di non essere identitari, relazionali e storici. Il parcheggio di Famagosta, quartiere della prima periferia a sud-ovest di Milano è un paesaggio contemporaneo che è stato disegnato come una struttura necessaria alla circolazione delle persone e dei beni.
Moltissime persone ogni giorno si incrociano senza entrare mai in relazione, spinti dal bisogno di accelerare le operazioni quotidiane. Il luogo scelto viene quindi “vissuto” solo come spazio di transizione o attesa. Le persone lo attraversano per prendere l’autobus, la metro o l’automobile, c’è chi aspetta e c’è chi corre. E’ uno spazio che non viene considerato, che nessuno ricorda:
“un paesaggio incerto”. Incerto anche per il fatto che è ancora in divenire, vi sono molti edifici in costruzione da anni che lo rendono indefinito. Il fine ultimo di questo progetto è quello di esporre alcune delle foto nel portico che introduce alla metro. In questo modo si invitano i passanti ad osservare quelle strade che percorrono ogni giorno e a fargli prendere consapevolezza di dove passano il loro tempo, che a volte è anche molto. Se qualcuno ti spiega un luogo hai la possibilità di osservarlo in modi nuovi e magari riuscire a notare cose che a lungo hai sempre ignorato.