Legge di Prossimità
Questo articolo che proponiamo qui in traduzione italiana è del 1992. Sono passati quasi tre decenni eppure sembra che alcune delle considerazioni che il filosofo Paul Virilio porta in merito alla questione tecnologica siano ancora di vitale importanza. La relazione che sussiste tra il fisico e il digitale, tra il biologico e il tecnico, è uno di quei temi che ogni “scienza” sociale è oggi dovuta ad affrontare. Dall’architettura all’urbanistica, dalla sociologia alla psicologia e oltre: questi modi del pensiero necessitano delle basi con le quali e sulle quali poter costruire le loro teorie contemporanee. I cyborg che ormai ogni uomo occidentale è, con protesi esterna - lo smartphone - e talvolta interna - pacemaker etc -, continuamente ci interrogano. Qual è la legge che regola il funzionamento della rivoluzione digitale? Come pensare il nuovo essere umano? Un abbozzo di comprensione ci viene da questi pochi appunti del filosofo francese.
Articolo originariamente apparso nel lavoro collettivo "Book for the Unstable Media” nel 1992, reperito sul sito della casa editrice: https://v2.nl/archive/articles/the-law-of-proximity.
A cura e traduzione di Simone Raviola, con il prezioso contributo di Dimana Anastassova.
“Vedi questa zanzara? È un eccezionale meccanismo, con i suoi recettori minuscoli per individuare i vasi sanguigni. Fa un’incisione nella pelle con una sega microscopica e succhia il sangue con una straordinaria precisione. Se qualcuno costruisse una macchina del genere, potrebbe usarla per prendere sangue al fine di analizzarlo e nessuno sentirebbe nemmeno la puntura. Presto costruiremo micro-robot, e li manderemo ad esplorare l’organismo umano”, ha dichiarato il Vice-Presidente del laboratorio di ricerca della Toyota-Moto. Domani, ci è stato promesso, il corpo umano diventerà il campo di sperimentazione di micro-macchine che viaggeranno in esso apparentemente senza causare nessun dolore… Ecco quindi gli ultimi tipi di protesi, i nuovi automi: questi ANIMATA popoleranno il nostro organismo cosi come noi stessi abbiamo popolato e sviluppato l’espansione del corpo della terra.
Ora che il 99% della produzioni micro elettroniche sono recettori o sensori e autoveicoli del futuro avranno a loro disposizione qualcosa come 50 rilevatori di ogni tipo per monitorare pressione, vibrazione e colpi, ora anche delle pillole intelligenti sono state create per l’organismo umano, pillole capaci di trasmissione in remoto di informazioni riguardanti funzioni nervose e flusso sanguigno; mentre presto arriveranno micro-robot capaci di muoversi nelle nostre arterie curando tessuti malati “L’industria ha già prodotto i microprocessori e recettori necessari –tutto ciò che dobbiamo fare è aggiungere braccia e gambe”, ha spiegato il Professor Fujita dell’Università di Tokyo.
A questo livello dello sviluppo della macchina post-industriale, la questione della miniaturizzazione dei componenti diventa essenziale per l’analisi della topografia delle tecnologie. Infatti, mentre la storia tecnologica ci ha abituato a valutare l’importanza della crescita, volumetrica o geografica che sia, del macchinario industriale – binari, cavi, linee dell’alta tensione o reti autostradali – ora stiamo improvvisamente assistendo al processo opposto: il riduzionismo tecnologico sta interessando tutte le discipline della comunicazione e della telecomunicazione. La legge della prossimità meccanica che è servita a costruire lo spazio umano – l’ambiente “esogeno” della razza – sta venendo superata da una legge di prossimità elettro-magnetica, che è ancora da scoprire e da comprendere prima che, più o meno passivamente, si assista alla imminente invasione dei nostri corpi e al monitoraggio dell’ambiento “endogeno” - quello del nostro fegato, delle nostre viscere, attraverso le capacità interattive di una miniaturizzazione bio-tecnologica che porterà a compimento l’ascesa dei grandi mezzi di comunicazione di massa che già governano la nostra società.
Pertanto la genealogia delle tecniche ci ha progressivamente portato dal monitorare l’ambiente geofisico – grazie allo sviluppo delle reti idrauliche e dei lavori connessi con l’organizzazione catastale del mondo – a monitoraggio dell’ambiente fisico, con la meccanica e la chimica fisica delle energie necessarie ai veicoli di trasporto e comunicazione, prima di arrivare finalmente al monitoraggio dell’ambiente microfisico – che è, non solo riguardante il clima, ma anche la fisiologia umana, non più attraverso i mezzi della farmacopea tradizionale ma attraverso le capacità interattive di quei mezzi di trasmissione che l’uomo potrebbe presto essere in condizione di ingerire, e perfino digerire…
Infatti, stiamo assistendo agli inizi di una terza rivoluzione: dopo la rivoluzione dei trasporti del XIX secolo, in cui si è vista l’ascesa del sistema ferroviario, della macchina e dell’aviazione, il XX secolo ha ospitato una seconda rivoluzione, una rivoluzione delle trasmissioni, attraverso l’implementazione della diffusione istantanea di onde elettromagnetiche nella radio e in tv.
Ora, nella segretezza dei laboratori, si sta preparando la rivoluzione dei trapianti – non solo l’innesto di fegato, reni, cuore e polmoni, ma il trapianto di nuovi stimolatori, molto più efficaci dei pacemaker. Gli innesti di micro-motori presto saranno capaci di rimpiazzare organi naturali difettosi, o perfino di migliorare le capacità vitali di un sistema fisiologico in una persona perfettamente sana, attraverso mezzi di rilevazione con una lettura remota istantanea.
Qui la questione giunge a ciò che riguarda precisamente la topografia delle tecnologie: che è la mutazione della ben conosciuta “legge di prossimità”, o se uno preferisce, la legge del minimo sforzo, o della minima azione. Ridurre o sopprimere la distanza dell’azione, fino al punto d’inserire la macchina, i mezzi di comunicazione istantanea, all’interno del corpo umano – ciò pone rilevanti domande riguardo il clima tecnologico, la “tecnosfera” post-industriale. Certamente, questa azione-ad-una-distanza solleva ancora una volta la cruciale questione sulla natura dell’intervallo che crea quella distanza: un intervallo di SPAZIO (segno negativo) per l’organizzazione geometrica e il monitoraggio dell’ambiente “geofisico”; un intervallo di TEMPO (segno positivo) per l’organizzazione del monitoraggio dell’ambiente “fisico”, e l’invenzione dei mezzi di comunicazione; e, infine, un intervallo di LUCE (segno zero), il terzo e ultimo intervallo (interfaccia) per il monitoraggio istantaneo dell’ambiente “microfisico”, attraverso nuovi metodi di telecomunicazione.
Prima di tornare alla necessità di definire nuovamente la legge di prossimità, dovuta alla istantaneità delle tecnologie interattive, dovremmo notare che se il monitoraggio dei precedenti ambienti, geofisici e fisici, era rigorosamente contemporaneo con la natura assoluta dello spazio e del tempo dell’era Newtoniana, quello dell’ambiente microfisico è contemporaneo con la natura assoluta della velocità della luce dell’epoca Einsteiniana.
Oggi, se l’azione-ad-una-distanza delle teletecnologie si traduce nel trapianto delle fonti di informazioni nel corpo vivente stesso, è perché la legge della prossimità “elettromagnetica” sta definitivamente soppiantando la legge della prossimità “meccanica”, con le tele-azioni che diventano dominanti rispetto alle azioni immediate.
Ma torniamo infine all’ultima legge di prossimità in relazione al principio della minima azione, Se qualcuno crede alla recente evoluzione del macchinario post-industriale, MENO È PIÙ, non solo a livello di volume, di massa fisica dell’oggetto, ma anche a livello del materiale e della costituzione interna del dispositivo microscopico. La domanda che dunque rimane da chiedersi è: se meno è più, fino a che punto lo è? Fino al virtuale? O fino all’immagine, quella realtà virtuale, che è finalmente più determinante che la cosa di cui è, dopotutto, solo l’immagine? Dal momento che la miniaturizzazione ora in atto comporta una concomitante dematerializzazione della macchina, è importante allo stesso modo chiedersi se esiste un limite, quantum o qualcos’altro, al processo di riduzione e virtualizzazione dell’oggetto tecnico.
In effetti, l’uomo presente – o più precisamente TELEPRESENTE – non occupa più l’energia di qualche macchinario piuttosto che altri.
Al contrario, l’energia occupa istantaneamente e governa lui stesso, che gli piaccia o meno. Una inversione radicale del principio di minima azione che fino a questo punto aveva caratterizzato la storia delle società. Peraltro, lo scopo della rivoluzione nel trapianto è abbastanza chiara: è la questione di MINIATURIZZARE IL MONDO, dopo aver ridotto e miniaturizzato i componenti e gli oggetti tecnici che esso ha contenuto a partire dall’ascesa dell’industria.