Come uccidere uno zombie: pianificare la fine del neoliberismo
Mark Fisher è uno dei più interessanti filosofi contemporanei. In questo articolo, presentato qui in traduzione, l’autore tratteggia alcune delle caratteristiche della società occidentale odierna.
Zabriskie Point - Vuoto propulsivo
Lo sguardo di Daria è capace di incendiare, di far esplodere quanto guardato. Così come, parallelamente, lo sguardo di Antonioni è capace di auto-combustionarsi, rinnovarsi, di mettersi in dubbio e in ridicolo, di rinunciare alla sua statuarietà. Zabriskie Point è, in ogni suo carattere, un invito ad uno sguardo nuovo, capace non solo di contemplare il Reale ma di esperirlo e corroderlo. La celebrazione della distruzione di quanto vi è di (apparentemente) stabile, del cancerogeno immobile: un’iniziazione allo Sharingan Ipnotico.
Cultura, tradizione, musica
C’è, nel mondo contemporaneo, una tale disabitudine a capire che cos’è la cultura che la traduzione dalla cultura alla vita pratica ci è diventata, in qualche modo, molto difficile, non la vediamo. Tradurre la Musica (P.A. Porceddu Cilione per QuiEdit 2019) mira ad accorciare questa distanza mercé una proposta teorica…
Gesti, corpi e resistenza: Il cinema di Buster Keaton
Il cinema è il luogo di una triplice alleanza che si fonda su un nodo di movimento. Corpo, gesto, resistenza sono gli assi portanti che si slanciano e si attorcigliano a partire da un unico spostamento: il concatenamento.
Le avventure del principe Achmed – Cinema-ombra
Le avventure del principe Achmed, con poetica inconsapevolezza, gioca sulla piattezza cinematografica, su quella bidimensionalità che non può che limitare l’avvento del calco del Reale nella sua forma definitiva. È un cinema-pellicola, frutto di un processo creativo che investe con forza non già la pellicola-celluloide (il corpo effettivo, sul quale si accanirà Brakhage) ma l’inquadratura (il corpo fruitivo) in quanto immagine-pellicola, patina superficiale.
Tout va bien. Dei dionisiaci falliti
Non vi è in Tout va bien ideologia, ma solo frammenti ideologici in forma meccanica. Se, seguendo Artaud, è la Rivoluzione stessa a essere meccanica, il linguaggio di Tout va bien non fa che doppiarla, oliandone gli ingranaggi. Un’opera, presuntuosamente retro-supponendone gli obbiettivi, fallita. Ammesso di non trovarsi davanti a un’ironia altissima, tragica, a una denuncia linguistica dell’impossibilità del reale di essere scandagliato come Vertov auspicava.
Figure dell'Europa: lo scettico e il barbaro
Se dal punto di vista dello scettico, il fanatico, ovvero colui che ha genericamente una fede chiusa, è un suo effetto; da un punto di vista esterno alle due figure le cose stanno un pochino diversamente. Le due figure sono infatti apertamente conflittuali: esse sono alternative. Ma se questa alternativa occludesse …
Jacques Derrida: aporia e identità europea
Al giorno d’oggi, ridefinire cosa si intenda con identità europea si presenta come l’operazione che più di qualsiasi altra si propone nei termini dell’imminente. […] L’oggi opera una dilatazione del tempo di un momento storico preciso che ha come obiettivo proprio quello di prendersi tempo…
Compleanno Cioran: esplosioni da Requiem
Pochi scrittori erano più parigini di Cioran. Rumeno di nascita e artista indiscusso della Parola, gli scritti di Emil Cioran restituiscono alla lingua francese le sue potenzialità di espressione. Teorico del suicidio. Idolatra del dubbio. Sotto la voce apparentemente civilizzata e lo stile mirabile, si nasconde un Diogene senza lanterna.
La scena dubita
Continuamente inquisiti vaghiamo alla ricerca di giustificazioni per la nostra esistenza individuale. Cercare di uscire da questa dinamica offre la vista su regioni prive di ragioni e fitte di sentieri senza meta. Luoghi in cui si viaggia senza biglietto.
Due o tre cose che so di Parigi
Parigi fa da cornice a molte storie nei film di Godard, ma è in Deux ou trois choses que je sais d’elle (1967) che la città diventa la vera protagonista. Tra prodotti di consumo, prostituzione e case popolari, il regista cattura l’immagine e il senso di una metropoli.
Physis, téchne, ars
Che cos’è l’arte (téchne)? Innanzitutto ciò che non è natura (physis). Sembra così limpido, così evidente. E invece, forse, le cose non stanno proprio così. La formatività assoluta (P.A. Porceddu Cilione per Orthotes, 2018) ci mostra un’altra via del Pensiero. Un cammino sicuramente problematico ma, per ciò stesso, affascinante e decisivo.